Fabbrica e Fiori











{ottobre 8, 2008}   La 194

Considero la 194 una delle conquiste più importanti delle donne italiane. Ed è stato un lungo percorso, attraverso gli anni settanta, che ha portato alla sua approvazione. Una legge importante che sancisce quel principio di autodeterminazione della donna che, nella possibilità di disporre autonomamente del proprio corpo, trova una sua fondamentale realizzazione.
Ma come si è arrivati alla sua approvazione il 22 maggio del 1978?

Vi consiglio di leggere il seguente wiki



Janis Joplin è morta il 4 ottobre 1970, ma in questo blog, è necessario citarla perchè è l’esemplificazione perfetta di quella teoria secondo la quale gli anni ’70 sono iniziati almeno due anni prima. Janis è la cantante della ribellione, uno degli aspetti più interessanti di questo periodo. La prima autentica femminista nella storia del rock: emotiva ed energica al tempo stesso. La sua parabola musicale e personale la colloca tra gli eroi maledetti della grande stagione del Rock’n’Roll.
La carriera solista, breve (negli anni) ma fulminante (nelle vendite), incomincia sul finire del decennio ’60, quando la cantante lascerà la band dei Big Brother, inaugurando una serie di performance che passeranno alla storia.
Il più grande merito di Janis Joplin è comunque di natura “sociologica”: è Janis che ribattezza il ruolo della donna nella cultura rock, è Janis che inaugura l’immagine della cantantessa sexy e sfrontata su e giù dal palco. La musica è una via di fuga per la cantante: fin da ragazza inizia a strimpellare blues e folk per fuggire lontano da questo ambiente che le trasmette solo oppressione e contraddizione.
Attirata dal richiamo della hippy revolution, nel 1966 Janis si trasferisce a San Francisco (c’era già stata prima, ma di passaggio) ed entra nella band (dal sound molto psichedelico, in linea con la Città dei Fiori). La sua voce è qualcosa di veramente eccessivo e i primi mesi sono sufficienti a regalarle il passaporto per la notorietà planetaria.
Janis Joplin viene trovata morta per un’overdose di eroina nella stanza di un albergo a Hollywood il 4 ottobre 1970: pochi giorni dopo uscirà “Pearl”.
La perla entra in circolazione, ma il gioiello… quello non c’è più.
OFFICIAL WEB SITE: www.officialjanis.com



{settembre 19, 2008}   Femminista!

Gli anni settanta spesso vengono associati al “femminismo”, ma in realtà è almeno dal XIX secolo che le donne hanno cominciato il loro lento cammino verso l’emancipazione, non ancora raggiunta. Negli anni settanta però cambia qualcosa: in questo periodo i movimenti femministri centrano le loro pratiche politiche dall’analisi della soggettività, che pure permane ancora oggi in alcuni gruppi, a un ambito sociale lottando per la conquista di più ampi diritti civili che hanno portato in Italia all’introduzione del divorzio nel 1970, alla modifica del diritto di famiglia nel 1975, all’istituzione dei consultori familiari, alla legge sulle pari opportunità, alla liberalizzazione dei contraccettivi e all’approvazione della legge che regola l’aborto nel 1978, alla costituzione dei Centri antiviolenza e alle Case delle donne. Il femminismo ha pertanto rimesso in discussione, con un’analisi politica “a partire da sé” (autocoscienza), tutti i settori della società, della quale contestava l’aspetto ed il carattere fortemente maschilista, ed il fatto di essere retta su discriminazioni di sesso individuando i nessi esistenti tutt’oggi tra la sessualità e i poteri. Proprio questa capacità di essere rivoluzionarie senza fare guerre sta il motivo di tanta antipatia da parte degli uomini (anche di sinistra) nei confronti del femminismo. Spesso le femministe erano e sono definite come delle pazze esaltate, per evitare di confrontarsi con le importanti questioni che hanno saputo porre. In un’Italia ancora per molti aspetti legata a logiche patriarcali e a tradizionalismi, le conquiste delle donne degli anni settanta hanno rappresentato un vero sconvolgimento sociale. Il femminismo ha aperto le strade che poi tutte abbiamo potuto percorrere.
Per approfondire: – “Femminismo” su Wikipedia – PROCESSO PER STUPRO – documentario del 1979, di Loredana Dordi (parte 1parte 2parte 3parte 4parte 5parte 6parte 7) – trailer del film “Vogliamo anche le rose”



et cetera