Fabbrica e Fiori











{ottobre 6, 2008}   Le “Radio Libere”

“Amo la radio perchè arriva dalla gente,
entra nelle case e ci parla direttamente,
e se una radio è libera, ma libera veramente,
mi piace ancor di più perchè libera la mente” – Eugenio Finardi

Tipico degli anni 70 è il fenomeno delle cosiddette “Radio Libere” che non hanno nulla a che vedere con le odierne radio private. Sulla vicenda delle radio libere l’Italia ha misurato la debolezza del suo sistema democratico e la precarietà di una libertà di parola molto ipotetica, tanto che Gaber in un suo spettacolo del 1972 ebbe a dire:
“…la libertà di espressione è la misura della loro potenza: ti lasciano il tuo spazio libero, quello che chiamano libertà, senza che si abbia la possibilità di modificare o sovvertire qualcosa; in altre parole: non si riesce mai a dar fastidio a nessuno!”. E’ difficile dire quale fu la prima radio libera in Italia tanto fu generale e uniformemente distribuita in tutta la penisola l’esigenza di far sentire la propria voce.
Tra le più celebri storie di radio libere di quei tempi va menzionata la bolognese “Radio Alice” che iniziò a trasmettere il 9 febbraio 1976 sulla frequenza fm 100.6 mhz, utilizzando un trasmettitore militare. La piccola emittente radiofonica dell'”ala creativa” del movimento studentesco voleva farsi portavoce della “comunicazione liberata“.
La radio però ebbe vita breve e fu chiusa dai carabinieri il 12 marzo 1977 con l’accusa di avere diretto via etere i violenti scontri all’indomani dell’uccisione dello studente Francesco Lorusso per mano della polizia. I redattori della radio, durante l’irruzione negli studi, furono tutti arrestati e gli apparati di trasmissione distrutti. Per la prima volta nella storia repubblicana una testata radiofonica era stata soppressa per mano militare.

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